martedì 11 ottobre 2016

Condannata per un racconto mai pubblicato

6 anni di carcere. Questa è la pena a cui Golrokh Ebrahimi, scrittrice e attivista per i diritti umani iraniana, è stata condannata ed ha iniziato a scontare il 4 ottobre presso la prigione di Evin, a Teheran. Ma facciamo un passo indietro. Il 6 settembre 2014 le Guardie rivoluzionarie fanno irruzione nella casa dove Golrohk Ebrahimi viveva col marito, il 30enne attivista Arash Sadeghi, per un'ispezione, durante la quale vengono sequestrati computer, taccuini e cd e viene scoperto il manoscritto. In seguito l'uomo viene arrestato con l'accusa di "propaganda contro il sistema" e Golrokh Ebrahimi interrogata nel carcere di Evin, con metodi durissimi, per 20 giorni. Dopo un processo che considerare "farsa" sarebbe troppo poco, lo scorso martedì le autorità giudiziarie comunicano a Golrokh la condanna a 6 anni, per il suo racconto mai pubblicato. Il libro, giudicato "offensivo dell'Islam", ha scatenato una forte reazione negli ayatollah, in quanto narra la storia di una ragazza iraniana che, dopo aver visto alla tv il film <<The stoning of Soraya M>>, che racconta la vera storia di una connazionale lapidata, si indigna e brucia una copia del Corano.Quella della lapidazione è una materia scottante in Iran, dove questa pena continua ad essere consentita e giustificata in nome della tutela della moralità. Golrokh Ebrahimi è stata condannata per aver usato la sua immaginazione allo scopo di rivendicare pacificamente i propri diritti, opponendosi alla pratica disumana della lapidazione.


Questa storia ci deve portare a riflettere attentamente. Sono temi d'attualità che sembrano lontani anni luce dalla nostra società, ma verso i quali non possiamo nascondere la testa sotto terra e fare finta di  nulla. Non è possibile che siano ancora in vigore queste pene disumane, perchè di tali si tratta, che violano i diritti degli uomini. Sono crimini rivolti contro l'umanità intera, non dobbiamo rimanere indifferenti. Proprio in questo giorno, nel quale si celebra la giornata mondiale per i diritti delle ragazze, la riflessione deve essere portata ad un livello responsabile ed attuale. Le forze politiche non devono rimanere immobili di fronte a questi crimini, qualcosa va fatto. 
Parlando di forze politiche, e andando marginalmente a toccare un altro tema di stretta attualità, forse siamo riusciti a scongiurare il peggio e quando parlo di peggio intendo quel personaggio meschino che risponde al nome di Donald Trump. 
La speranza è che la storia di Golrokh Ebrahimi possa smuovere le coscienze e portare qualche cambiamento. Forse si tratta di una speranza utopistica, di un sogno, ma se smettiamo di sognare un mondo migliore, questo non si concretizzerà mai.

MV