“Io ti cielo!”
Mi sembrava la solita frasetta banale, portata alla
ribalta solo perché formulata da un’artista dello spessore di Frida Kahlo. Tre
parole buttate lì, che pensavo andassero bene come aforisma per i baci perugina
e niente più.
Mi sbagliavo.
Come al solito il senso non si trova sulla superficie
delle situazioni, erravo perché non mi ero immerso nella profondità di questo
breve pensiero, per coglierne il senso autentico. Frida Kahlo in questo caso è
stata invece geniale, come del resto durante tutta la sua eccezionale
esistenza. Ha compreso che l’amore non può essere descritto con parole comuni,
standardizzate. L’amore è un sentimento "altro", non ha nulla a che vedere con la
quotidianità e la consuetudine. Per questo ha deciso di inventare tale aforisma:
io ti cielo! Fantastico, se ci pensate a fondo. Non si è accontentata di un
semplice “ti amo”, ha compreso che essendo un sentimento “altro”, ovvero che
non ha niente a che spartire con i restanti sentimenti, l’amore meritasse dei
termini “altri”. L’amore è un sentimento verticale, non c’entra alcunché con la
quotidianità orizzontale. Non va banalizzato con frasi comuni, modi di dire e
più che altro trovo uno scempio che venga associato ad un giorno particolare,
come se andasse ricordato che bisogna amare una volta l’anno: mi riferisco a
quel giorno infausto che è S. Valentino ovviamente; la commercializzazione dell’amore,
che porcheria inaudita!
Per fortuna esisterà sempre qualcuno come Frida Kahlo
che non vorrà rinchiudere in gabbia tutta la forza di questo sentimento
misterioso, un sentimento che sconquassa e rasserena allo stesso tempo, un
sentimento contraddittorio e bellissimo, di quella Bellezza maiuscola, che
salva, ovviamente.
MV